Terracina situata all'estremità sud - est della Pianura
Pontina e ai piedi dei Monti Ausoni è composta di un nucleo medievale sul
pendio del colle e di una parte moderna distesa in piano sino al mare.
Sulle origini della città si intrecciano molte leggende. La più diffusa è
quella che ne attribuisce la fondazione ad un gruppo di esuli Spartani, che
fuggiti dalla loro patria, approdarono sulle coste del Tirreno, dove
fondarono un villaggio. Questi esuli mantennero le loro usanze e i costumi
originari, come l'uso di far cenare gli ospiti non su una tavola imbandita
ma sulla terra nuda, da ciò il nome della città Terra - cena, trasformatosi
nel tempo in Terracina. Le notizie storiche più sicure la vogliono volsca, e
dai Volsci che furono nel Lazio dal VI al IV secolo ricevette il nome di
Anxur, in nome del loro Dio protettore.
La città raggiunse il suo massimo splendore durante il periodo imperiale,
quando il traffico marittimo si sviluppò a tal punto che l'imperatore
Traiano ordinò l'ampliamento del porto, del quale ancora oggi esistono le
strutture principali. Buona parte della sua importanza durante il dominio di
Roma, provenne a Terracina dal fatto di essere posto di tappa lungo la Via
Appia, che assicurava il collegamento dell'Urbe con le regioni del
meridione. Fu appunto per rendere più agevole il passaggio dell'Appia
attraverso l'estrema appendice dei Monti Ausoni che all'epoca di Traiano
venne eseguito il taglio del Pisco Montano, enorme sperone calcareo separato
dalla massa del Monte Sant'Angelo che tuttora sovrasta la regina viarum
costituendo un aspetto caratteristico del paesaggio tra il mare e la
montagna. L'opera contribuì in qualche modo ad orientare verso il porto
tutto il movimento della città. Ad una città alta si affiancò una città
bassa che via via è diventata il centro di vita di Terracina. I resti
dell'antichità predominano dunque nella parte alta della città e tra questi,
il Tempio di Giove Anxur, che corona la sommità di Monte S. Angelo, Palazzo
Venditti e il Foro Emiliano, sul quale fu eretta nel XIII secolo la
Cattedrale, di stile romanico - laziale.
Dall'XI secolo diventò proprietà ecclesiastica e proprio a Terracina, città
di confine tra lo Stato Pontificio e il regno di Napoli si svolse il
conclave che portò all'elezione a Sommo Pontefice di Urbano II, promotore
della prima crociata per la liberazione dei luoghi santi. La memoria locale
ha conservato il ricordo di questo papa, legandolo al seggio marmoreo
conservato nella Cattedrale di S. Cesareo sul quale si sarebbe seduto Urbano
II.
Successivamente il territorio della città fu conteso fra le varie signorie
del luogo e conquistato ora dai Frangipane, ora dagli Annibaldi, ora dai
conti di Fondi.
Nel 1800 tornò definitivamente sotto il dominio del Pontefice. In quel
periodo era papa Pio VI, a cui i terracinesi unitamente a tutti gli abitanti
dei centri Lepini devono molto per aver dato inizio alla bonifica delle
paludi pontine. A Pio VI si deve la costruzione di un nuovo quartiere detto
borgo Pio, in suo onore, o anche la Marina e il progetto del Tempio del San
Salvatore.
L'economia terracinese si appoggia su attività turistiche, agricole e
commerciali. Il turismo si avvale sia dell'esteso litorale, oltre quindici
chilometri, che dalla città si estende fino a S. Felice Circeo, sia
dell'area collinare, così pregiata da essere stata protetta da un parco
nella zona di Campo Soriano.